Vivere la nascita, per la donna significa partire dalla consapevolezza che la creatura che viene al mondo è una persona che sente e percepisce. Il momento della nascita rappresenta un momento di crisi, di cambiamento, per il neonato che deve essere sostenuto con particolare attenzione.
Per questo sono estremamente importanti le prime impressioni sensoriali che il bambino appena nato, riceve da chi lo attende al mondo. Ma la cultura è oggi caratterizzata da un atteggiamento di disattenzione e superficialità, verso la complessa esperienza del neonato.
L’esperienza del bambino è intimamente connessa a quella della madre. La nascita senza violenza ha come indispensabile presupposto il parto senza violenza. Vanno riconosciute le emozioni profonde e complesse, nascoste dentro l’esperienza femminile: la paura, il coraggio, il dolore, la gioia, la forza, la fragilità, la resistenza e l’abbandono.
La donna durante il travaglio si trova a contatto con una forza primordiale ed ha paura di fronte alla condizione di essere il mezzo attraverso cui avviene qualcosa di incontrollabile, che si esprime con una energia autonoma e inesorabile, e ogni travaglio e parto, liberi di manifestarsi nella loro vitalità e nei loro ritmi, sprigionano quella forza e quella energia che caratterizzano tutti i fenomeni naturali.
Nell’esperienza del parto la donna giunge in un mondo sconosciuto, a contatto con l’origine della vita perdendo i suoi confini, lasciando spazio al nuovo nato. Un’esperienza di separazione, dove il bambino lascia il corpo della madre, la madre perde la pancia e il bambino dentro di se.
Un’esperienza di vita che li separa per ritrovarsi e riconoscersi in modo nuovo.
Questo processo può essere efficace solo se l’ambiente esterno non interferisce negativamente col processo naturale dell’evento rispettando la fisiologia, e se la donna stessa sceglie di abbandonarsi a queste energia, lasciandosi andare, e accettando la paura del mistero e dell’ignoto, in un processo di crescita personale.
Un percorso individuale che porti alla consapevolezza dell’importanza dello spazio intorno a noi, dello spazio dentro di noi e dello spazio condiviso, trovando cosi il proprio radicamento dell’esperienza del parto.
La posizione assunta nei secoli dalla donna durante il parto, rappresenta il frutto di una scelta culturale, per risolvere, un problema. Nelle società occidentali si è perso il riconoscimento dell’importanza del ruolo attivo della donna durante il parto, e soltanto in questi ultimi anni, sull’ascia di molte altre società, che diversamente, hanno conservato questo bagaglio culturale, si sta riconoscendo alla donna la possibilità di scegliere. E cosi in molte parti del mondo le donne durante il travaglio, camminano, stanno in piedi, sedute o accovacciate, in acqua o meno, muovono il loro corpo liberamente per cercare le posizioni per loro più confortevoli per sopportare le contrazioni e facilitare la nascita. Tutto ciò aiuta il parto lo rende più sicuro per la madre sia per il bambino.
Nell’intento di risvegliare quell’istinto e quella consapevolezza primordiale e innata insite nella donna/madre molte sono le attività di cui la società attuale si serve:
• Attività sportive quali acquagym, nuoto;
• Corsi di accompagnamento alla nascita;
• Corsi di acquaticità in gravidanza;
• Training autogeno;
• Corsi di Watsu;
• Corsi di danza del ventre;
• Corsi di yoga;
• Corsi di Thai Chi;
• Corsi di Pilates.
Durante la gravidanza fare sport fa benissimo. Il nuoto, giudicato da molti lo sport per eccellenza è ottimo, e può essere praticato fino a pochi giorni prima del parto. Favorisce l’attività muscolare e il rilassamento e aiuta a mantenere il giusto equilibrio tra massa grassa e massa magra.
Anche lo yoga, come molte altre attività fisiche, possono essere praticate in gravidanza.
Il termine Yoga che nella sua antica lingua indiana significa: congiungere, unire, è una antichissima disciplina che ha un solo scopo: l’uomo nella sua interezza, nella ricerca dell’armonia e dell’unione fra i diversi piani di cui siamo composti, fisico, mentale e spirituale.
Lo Yoga è un metodo completo strutturato in varie fasi: tramite l’ASANA, la disciplina dei Corpi in movimento, la spina dorsale, i muscoli e le articolazioni sono mantenuti in uno stato di flessibilità e agilità che la pratica dello yoga porta ad estendere ai limiti massimi.
Con il PRANAYAMA, la disciplina del respiro, si ottengono benefici effetti sul sistema nervoso e su quello metabolico, e si attua una stimolazione dei percorsi energetici sottili che porta a ristabilire una corretta circolazione energetica. Con le tecniche dello YOGA NIDRA, la disciplina della
Psiche, attraverso rilassamenti e visualizzazioni, si stimola un percorso mentale e immaginativo volto a rilassare corpo e mente. È adatto a qualsiasi individuo indipendentemente dall’età e dal grado di abilità ed è utilissimo anche in gravidanza, menopausa e per i bambini.
Questa antica disciplina indiana, aiuta a vivere meglio i cambiamenti fisici e psicologici tipici della gravidanza e prepara “il terreno” per uno sviluppo sereno del piccolo.
Obiettivo della pratica dello yoga in gravidanza è risvegliare nella donna la capacità di ascoltare e osservare: se stessa, la propria mente, il proprio corpo, l’essere vivente che ha scelto proprio quel ventre per crescere e venire al mondo.
È a partire da questo ascolto che può riemergere quel sapere atavico che è proprio di ogni donna, quella forza e quella sicurezza in se stessa che le farà vivere in modo consapevole e presente il viaggio esistenziale del parto. È su questo ascolto che si fonda il legame madre-figlio che a sua volta non solo influenza la costruzione della personalità del bambino ma determina anche dei vissuti migliori nella gravidanza, nel travaglio, nel parto e nei primi mesi di vita insieme.
Il corpo viene rafforzato, la zona pelvica e il bacino trovano maggiore elasticità, la mente si centra in se stessa e si calma, instaurando attraverso l’ascolto del respiro una comunicazione costante e consapevole tra madre e figlio. E il respiro, diventa, come un analgesico naturale, durante il travaglio.
La pratica dello yoga nel percorso di accompagnamento alla nascita si estende anche al dopo parto a partire dalla sesta settimana dopo la nascita del bambino. L’attenzione al respiro ci aiuterà a ritrovare la sicurezza in noi stesse e la stabilità in uno dei momenti di massima vulnerabilità della donna. Il lavoro con il corpo aiuterà i tessuti e gli organi a recuperare elasticità e tono dopo l’esperienza della gravidanza e del parto e a fortificare quelle parti del corpo che la cura del neonato sollecita particolarmente.
PILATES, MEDITAZIONE E GINNASTICA DOLCE
Il “Pilates” è un metodo sviluppato nel lontano 1920 da un famoso trainer dell’epoca, Jospeh Pilates che elaborò un proprio personalissimo sistema di allenamento con esercizi specifici in grado di modellare in maniera armonica il proprio corpo. Il suo metodo, però non è mai stato canonizzato e, pertanto, sul mercato, ne esistono diverse versioni che, si differenziano di poco.
In linea di massima vi sono alcuni principi di base che sono unico comune denominatore delle diverse versioni dei Pilates. Si persegue, innanzitutto, la concentrazione: gli esercizi vanno eseguiti in maniera “totale” con il coinvolgimento di tutto il corpo. Questo garantisce anche un totale controllo non solo del movimento specifico che si sta eseguendo, ma anche della postura, della posizione della testa, degli arti, del bacino, per finire, addirittura, con la punta dei piedi.
La ricerca della stabilizzazione del bacino è fondamentale: lo scopo è quello di rafforzare il torchio dell’addome per prevenire i dolori alla schiena. La fluidità dei movimenti è un’altra caratteristica di questo metodo di ginnastica. Particolare cura va posta alla respirazione che deve essere fluida e completa e che è parte integrante dell’allenamento. La musica è presente ma, in ogni caso, mai troppo forte, per non distogliere i partecipanti dall’obiettivo primario: sentire il proprio corpo, avere coscienza delle fasce muscolari, acquisire consapevolezza raggiungendo il proprio punto di equilibrio.
I benefici di questo metodo sono il miglioramento della forza e del tono muscolare senza aumentare eccessivamente la massa, fianchi sottili e ventre piatto, minor incidenza di mal di schiena ed infortuni e una postura corretta. Il pilates è adatto anche agli sportivi come integrazione della preparazione atletica, ma grazie al suo basso impatto, è molto utilizzato anche dalle donne in stato di gravidanza, dagli anziani e nella riabilitazione post traumatica.
Valentina Marongiu
Bibliografia e sitografia
– Piera Maghella “Organizzare e condurre un corso di preparazione al parto”, Edizioni Red,
2005.
– http://it.wikipedia.org
– Miriam Stoppard “L’attesa e la nascita”, Mondadori, 2008
– Wessels Miriam; Oellerich Heike “Ginnastica in gravidanza. Stretching, tonificazione,
rilassamento per prepararsi al parto”, Red Edizioni, 2008
– Siliquini Alessandra “ Lo yoga per la gravidanza. Corpo e mente in viaggio verso la
nascita”, Bonomi, 2010