Tra gli innumerevoli benefici dell’acqua si annovera la sua capacità di stimolare la fantasia regressiva.

 L’acqua rappresenta per la donna in stato gravidico l’esempio di completo abbandono al processo che vedrà il formarsi di una nuova individualità. Infatti la donna si tuffa facendosi cullare  e sostenere dal più primordiale degli elementi in uno stato di Presenza mentale totale.

 L’acqua assume perciò le caratteristiche di elemento simbiotico, perchè rappresenta la dimensione spirituale nella quale immergersi per alimentare l’energia psichica da scambiare con il nascituro e il proprio ambiente di riferimento. L’acqua favorisce la dimensione psicologica del benessere ma non solo, stimola anche la dimensione fisica del benessere. In acqua la donna ha una percezione di leggerezza del proprio corpo   perchè permette un movimento lento , tonico e consapevole adattandola alla propria temporanea condizione.

L’acqua ha un’azione distensiva anche nelle relazioni sociali, infatti trovarsi in acqua insieme ad altre persone, ancor più se conoscenti o amici, favorisce la dimensione del gioco tra persone e lo sviluppo di relazioni improntate al buonumore.
 É un’esperienza dolce di condivisione in quanto nell’acqua ci si racconta , le diverse soggettività si sfiorano con leggerezza, e viene recuperata la dimensione del gioco e la spontaneità del sorriso.

 La condivisione dello stato di benessere derivante dallo stare in acqua, può portare a sperimentare la percezione di trovarsi in un ambiente favorevole, che si prende ”cura” in maniera sincera, nel quale la confidenza tra gli individui e la convergenza degli interessi  e dei bisogni portano a forme di ”complicità relazionale” che possono risultare molto influenti per il benessere della gravidanza. 

L’acquaticità può rappresentare un esperienza omeostatica ,in grado di rigenerare l’equilibrio personale e di coppia. L’acqua rappresenta cosi una strategia dell’essere ma non solo, rappresenta un opportunità per riagganciarsi al Proprio Essere, quello sperimentato in epoca Prenatale, possibilità di espressione a una fase precedente del suo sviluppo. Si parla a tal proposito infatti di Regressione .

Il termine ‘regressione’ è ampiamente utilizzato nel linguaggio psicologico e psichiatrico e il primo ad affrontarne la materia fu Sigmund Freud il quale distingueva tre forme di ‘regressione’ (topica, regressiva,fondamentale) . La regressione era considerata un meccanismo di difesa inconscio attuato per un ritorno parziale o totale a precedenti modelli di adattamento.

Oltre a Freud, Balint affronta la tematica della regressione nella forma’ regredire per progredire’ sostenendo che una persona che va incontro ad una regressione, tornando a stadi precedenti, ha l’occasione per ripartire verso una nuova organizzazione psichica, in questo modo quindi si regredisce per progredire. Nel passato possono risiedere le radici di problemi attuali,le quali possono aver ostacolato l’evoluzione del presente o alimentato stati ansiogeni sul futuro. Non sempre è necessario regredire ad uno stadio evolutivo precedente per risolvere un problema perchè l’importante è permettere alla persona di utilizzare i propri processi interni (tra cui la regressione) in maniera funzionale alla propria maturazione personale.

Anche Micheal Odent affronta il tema della regressione facendo riferimento al fondamentale ruolo che l’operatore sanitario deve rivestire durante il momento del parto.

Regredire significa da un punto di vista neurologico liberare il dominio di quella parte dell’encefalo detta paleocortex che è sede di elaborazione delle emozioni e degli istinti. Questa costituisce la parte ”arcaica” del cervello , costituita a sua volta da strutture come ipotalamo, talamo, sistema limbico ed è il luogo dove originano gli istinti sessuali, le emozioni piu profonde, luogo privilegiato della comunicazione regressiva.

Infatti secondo Micheal Odent dovrebbe favorirsi la regressione sapendo evitare le interferenze nel momento del parto, cioè evitando di attivare i circuiti neuronali collegati alla neurocorteccia, ma favorendo al contrario la spontanea espressione delle modificazioni ormonali indotte dalla paleocortex .

Attraverso l’esercizio in acqua si permette alla donna di abbandonarsi al rilassamento donandosi momenti di intimità e abbandono, l’acqua imprime al corpo della donna un massaggio che si espande per tutto il suo organismo, da corpo a psiche.

Possiamo quindi includere, tra gli innumerevoli benefici dell’esercizio in acqua , la sua intrinseca capacità di permettere a chi vi si tuffa, di farlo non solo nella medesima materia fluida bensì anche nella materia dell’inconscio e nella dimensione del futuro.

Fiore Giusi