Che cos’è un corso di nuoto per un bambino al di sotto dei tre anni?

Sicuramente non è un corsodi nuoto! Esso deve costituire un’attività motoria che, in allegria e con tutto l’amore possibile, favorisca uno sviluppo armonico del bambino da tutti i punti di vista: psicologico, cognitivo, emotivo.

L’acqua è un gioioso pretesto per fare tutto questo e per dare ai genitori qualche informazione in più sulle varie fasi di crescita del loro bambino.

Il cervello ala nascita, non avendo ancora terminato il suo sviluppo, è immaturo nelle strutture celebrali superiori. Quindi assumono grande importanza i primi tre anni di vita nei quali è necessaria una giusta stimolazione motoria e percettiva.

È necessario aver ben chiaro quali siano i canali percettivi, le capacità da stimolare e le esigenze specifiche nelle varie fasce di età, per poter proporre una serie di stimoli e di esercizi mirati, che siano percepibili ed adeguati all’età del bambino.

Lo sviluppo degli schemi motori di base terrestri è ereditario e fa parte della “memoria della nostra specie”. Dipende dallo sviluppo biologico dell’apparato locomotorio, del sistema nervoso centrale e dagli stimoli provenienti dall’ambiente esterno. Gli schemi si sviluppano in sequenza ed ognuno.

include il precedente. In acqua invece, ogni schema motorio è acquisito solo grazie all’esperienza specifica, dipende dalla morfologia, dal peso specifico, dalla mobilità articolare e dalla maturazione del sistema nervoso.

Uno schema può non includere il precedente, la sua acquisizione è legata anche allo stato emotivo con cui viene appreso e alla serenità della persona da cui viene proposto. 

Divisione dei gruppi di lavoro ed obiettivi.


Per una organizzazione efficiente è consigliabile dividere i bambini in fasce di età:

Una prima fascia di età che va dai 4 ai 10 mesi

Una seconda fascia di età che va dai 10 ai 18 mesi

Una terza fascia di età che va dai 18 ai 24 mesi

Una quarta fascia di età che va dai 24 ai 36 mesi.


Nelle prime tre fasce la presenza del genitore è assolutamente necessaria, il suo ruolo è determinante. Chi meglio di lui è in grado di stimolare, di rassicurare, di coccolare, di consolare, di far reagire positivamente il suo piccolo? 

L’acqua rafforzerà il rapporto mamma-figlio o papà-figlio in modo positivo e si rafforzeranno quei meccanismi di apprendimento, di fiducia di sé, di costruzione di personalità sicura e forte. La figura dell’istruttore, in un primo momento è quella del suggeritore che insegna al genitore le prese e l’utilizzo del materiale didattico, guida ed insegna giochi e canzoncine, stimola, consiglia, frena gli entusiasmi e tranquillizza. Solo in un secondo momento, che in genere si concretizza intorno ai 24 mesi, l’insegnante si potrà sostituire completamente al genitore come figura di riferimento in acqua.

Raggiungere questo obiettivo è indispensabile per lo sviluppo dell’autonomia e della sicurezza del bambino, ma è comunque necessario che si sia instaurato un rapporto di fiducia con l’istruttore e che l’allievo sia pronto per socializzare con i suoi compagni. 

 

Per tutti i gruppi gli obiettivi generali sono indirizzati verso lo sviluppo globale del bambino:

– rafforzare il legame genitore-figlio per un miglioramento del controllo emotivo, per favorire 

la sicurezza, la fiducia di sé, l’autostima, l’autonomia con conseguente gestione dell’ansia 

da distacco;

– miglioramento delle capacità di interazione con l’ambiente, accelerazione dei processi di 

socializzazione, rispetto delle prime regole comportamentali.

Gli obiettivi specifici sono indirizzati verso: 

– il miglioramento delle condizioni fisiche del bambino, rafforzando il sistema 

cardiocircolatorio, respiratorio, l’apparato scheletrico e muscolare;

– il miglioramento delle capacità di coordinazione motoria, di apprendimento, di 

apprendimento, di comprensione di linguaggio e di concentrazione; 

– trasmettere la gioia, il divertimento, l’amore per l’ambiente acquatico.


Emozioni che si possono trasmettere solo se si provano. Se un genitore prova sentimenti diversi da questi è bene che all’inizio il bambino entri in acqua con l’altro genitore o con uno zio, con la nonna, con qualcuno che sia per lui una figura di riferimento fino a quando non sarà in grado di stare senza accompagnatore;


 – l’ambientamento in acqua, che varia a seconda dell’età e dell’esperienza del bambino, 

dal controllo del galleggiamento e dello spostamento prono o supino (con o senza ausilio 

dei galleggianti), al controllo della respirazione e dell’apnea. Questo si ottiene attraverso 

immersioni e spostamenti subacquei, tuffi con tempi più p meno lunghi di risalita ma anche 

utilizzando giochi e materiali diversi nella proposta del tuffo (scivoli, tappetini ecc.) .

Assolutamente non è conforme ai nostri obiettivi l’insegnamento a questi bambini delle tecniche specifiche delle varie nuotate.


Frequenza e durata dei corsi

Per essere una esperienza che lascia un “segno” un corso ha la durata minima di 9 mesi ed è paragonabile nella sua organizzazione a tutti gli altri corsi normalmente offerti al pubblico.

Unica eccezione va fatta per l’orario che dovrebbe coincidere con quelle ore in cui l’affluenza del pubblico è minore e il piano vasca è più tranquillo. Precauzione necessaria quantomeno per le due prime fasce di età. Le sedute dovrebbero essere bisettimanale della durata di 30-40 minuti. Le prime lezioni possono essere più brevi.

Bisogna fare attenzione alle reazioni dei bambini alla temperatura e al nuovo ambiente sia esterno che acquatico. Queste sono diverse da piccolo a piccolo, c’è chi si diverte da subito quindi ride, è incuriosito, si muove, si rilassa; chi per l’eccitazione subisce uno stress fisico e si stanca presto, chi piange perché disturbato da altre esigenze: fame, sonno, mal di pancia, dolore ai denti ecc. 

Il corso di nuoto per loro deve essere soprattutto gioia di scoprire un mondo nuovo ma il nostro piccolo esploratore se non è sereno non riuscirà nel suo intento. Meglio farlo uscire prima e rivedersi la prossima volta.


Organizzazione del piano vasca

È necessario organizzare una zona sul piano vasca dedicata al cambio dei più piccoli: dai 4 ai 18 mesi.

In questa fascia di età gli sbalzi di temperatura sono ancora più nocivi, perché il neonato non ha ancora un sistema termoregolatore adeguato. Basta un tavolo con qualche fasciatolo e un paio di vaschette per i più piccini. Con la doccia, che si trova sul piano vasca, si riempiranno la vaschette con del bicarbonato (ottimo per eliminare il cloro dalla pelle ) che saranno utilizzate per il bagnetto dopo la lezione. 

I bambini più grandi potranno fare la doccia direttamente sul piano vasca senza detergenti, è sufficiente un massaggio completo con dell’olio dopo la doccia per riequilibrare e idratare la pelle. Il bambino verrà spogliato degli indumenti intimi e del pannolino sul piano vasca e preparato con il costumino.

Dopo la lezione verrà lavato nella doccia che si trova sempre sul piano vasca, rivestito degli indumenti intimi, del pannolino e portato nello spogliatoio dell’accompagnatore. È buona norma igienica utilizzare il phon per i capelli, per i piedini, per le orecchie. Il bambino verrà completamente rivestito solo dopo che l’accompagnatore sarà pronto, in modo da permettere un graduale adattamento alle differenti temperature del piano vasca, dello spogliatoio e dell’ambiente esterno. Questi accorgimenti saranno utili ad evitare fastidiosi raffreddamenti.


Norme e consigli per i genitori

Al momento dell’iscrizione è bene dare ai genitori tutte le informazioni sugli obiettivi del corso, sulle modalità e metterli al corrente del regolamento generale della scuola nuoto. Dargli anche dei consigli comportamentali dettati dalla nostra esperienza. Come ad esempio:


– portare il bambino sul piano vasca, con pochi indumenti indosso, essendo l’ambiente della piscina caldo rispetto allo spogliatoio;

– far bere il bambino dopo la lezione, spesso i bambini piangono a causa della sete;

– fare al bambino la doccia con un detergente poco aggressivo, usare un olio da bagno sulla loro pelle che, oltre ad essere utilizzato per un massaggio rilassante, riporta la pelle ad un giusto equilibrio;

– utilizzare negli spogliatoio l’asciuga-capelli prima di aver completamente rivestito il bambino, allo scopo di evitare l’eccessivo riscaldamento corporeo causa frequente di malattie da raffreddamento.

                                                                                                                 Ernesta Setola, Andrea Capuano